Una delle primissime cose che insegnano nello studio del Diritto e’ che il fenomeno giuridico e’ strettamente e irreversibilmente intrecciato con il fenomeno sociale.

In altre parole, si potrebbe dire che le leggi sono la cristallizzazione dei valori della societa’ e che quando quest’ultima muta, evolve e cambia, necessariamente ci sono leggi che diventano desuete, inadatte alle credenze della nuova societa’, finendo disapplicate e infine abrogate o cambiate.

E’ cosi’ vale per il SSN, nato con la LEGGE 23 dicembre 1978, n. 833 (Istituzione del servizio sanitario nazionale), intriso dei valori e dell’afflato di quel periodo, quando i tre piu’ grandi partiti del momento e cioe’ DC, PCI e PSI, criticabilissimi per diversi aspetti, cionondiméno erano portatori di uno spirito sociale e nazionale. Che e’ oggi venuto meno nelle compagini partitiche e nel dibattito politico, con l’affermarsi del piu’ bieco liberismo.

Il SSN, un vero capolavoro dello Stato Sociale, riunificando le vecchie Mutue, le estendeva garantendo una sanita’ e salute molto piu’ uniforme (a prescindere quindi dalle risorse piu’ o meno elevate della categoria di appartenenza) a tutta la popolazione indistintamente. Lanciando al contempo in grande stile il concetto della Prevenzione, fino al momento non molto valorizzato, come Pilastro primario della Salute.

Progressivamente rivisto e rimaneggiato, il SSN con l’affermarsi delle 20 Regioni d’Italia e della loro potesta’ legislativa, si e’ pian piano sgretolato nei SSR (Sistemi sanitari regionali), fatto che oggi fa necessariamente parlare di 20 diverse organizzazioni di sanita’.

Rimangono tuttavia alcuni elementi comuni: dalla fissazione dell’Importo finanziario da stanziare, ai Criteri generali dei servizi, dalle Linee guida di Formazione, ai Sistemi di controllo, dai Livelli essenziali di Assistenza da garantire, alle normative su Distretti e Ospedali, fino al CCNL. E altro ancora, che nel complesso costituisce un’intelaiatura, una trama comune su tutto il territorio nazionale che ancora permette -seppur sempre piu’ formalmente- di definire il Sistema Sanitario come Nazionale.

Ora tuttavia, con l’approvazione della LEGGE 26 giugno 2024, n. 86 (Disposizioni per l’attuazione dell’ AUTONOMIA DIFFERENZIATA delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione) tutto cio’ sta per ulteriormente disintegrarsi e -in prospettiva- dare vita a realta’ sanitarie regionali del tutto autonome, distinte e distanti. Fissati infatti -entro i 24 mesi a partire dal luglio 2024- i LEP (Livelli essenziali di prestazioni), iniziera’ il decentramento delle funzioni.

Tutto ciò e’ cominciato con la Legge di Riforma costituzionale n. 3 del 2001, voluta da D’Alema Presidente del Consiglio negli ultimi mesi del suo mandato, imposta a maggioranza, che nel tentativo di placare i propositi di decentramento della Lega, stabili’ appunto con l’art. 117 che la competenza su Salute e Sanita’ fosse regionale.

Inutilmente il successivo Governo Berlusconi varo’ la LEGGE COSTITUZIONALE “Modifiche alla Parte II della Costituzione.” (GU Serie Generale n.269 del 18-11-2005), nella quale molte materie, tra cui la tutela di Salute e Sanita’, venivano riportate in competenza statale. Perche’ contro di esse il Referendum costituzionale del 2006 la ebbe vinta e fu cassata.

Arrivati a noi, con il Governo Meloni e dei Patrioti, l’Autonomia differenziata e’ diventata Legge. Nel mentre che la spinta sociale e popolare dei movimenti di un tempo si e’ ormai piu’ che affievolita se non spenta, sostituita da una visione tecnocratica e liberista. E -come noto- abbiamo registrato da molto l’ingresso sempre piu’ forte di assicurazioni private e corporation sanitarie, sia italiane che di catene estere, in un SSN in ritirata.

Ecco perche’, ormai parlare di Riforma della sanita’ partendo da Leggi parlamentari e con una visione nazionale appare sostanzialmente e costituzionalmente pressoche’ impossibile. Per non parlare di una visione pubblica, come dovrebbe per lo piu’ essere.

Rimangono teorizzabili solo vuoti slogan nei Programmi dei partiti per le Politiche: vuoti perche’ la competenza e’ appunto saldamente e quasi totalmente regionale, come gia’ e’ adesso e come evolvera’ ancora di piu’ con la Legge sull’Autonomia differenziata.

Il SSN e’ possibile ritenerlo ufficialmente defunto, anche se i manifesti ancora non ci sono? Cosi’ e’ (se vi pare).

A meno che non si metta mano ad una modifica della Costituzione…contro le Regioni che oggi hanno il bilancio per l’80% circa destinato alla Sanita’. E contro potenti holding e colossi finanziari piu’ che interessati al “mercato” sanitario. Molto difficile…