Trump e’ tornato e comincia con il botto: ha posto Dio sopra tutto e tutti e poi ha firmato ieri pomeriggio, non appena terminata la cerimonia di Inaugurazione della sua presidenza, circa 78 ordini esecutivi.

Questi sono provvedimenti firmati dal Presidente USA, che indirizzano le politiche esecutive delle agenzie del Governo federale, i quali -per quanto non espressamente previsti dalla Costituzione- hanno tuttavia forza di legge dispositiva. Anche se potrebbero essere inabilitati di fatto dal Congresso (es. definanziandoli) o dalla Corte Suprema.

Ecco i piu’ importanti: dalla grazia ai 1600 condannati per l’attacco alla Casa Bianca, alla dichiarazione di emergenza nazionale sul confine tra gli Stati Uniti e il Messico, dalle nuove norme sulla cittadinanza per nascita (fuori lo IUS SOLI), alla propaganda sull’acquisto della Groenlandia, dalla trasformazione del Golfo del Messico in Golfo d’America, all’uscita dall’Oms, dalla revoca delle sanzioni ai coloni israeliani della Cisgiordania, al salvataggio di Tik Tok.

E ancora dal licenziamento di alti funzionari nominati da Bidet, alla conferma di Musk alla guida di un dipartimento (DOGE) che punta a tagliare duemila miliardi di dollari di spesa pubblica, all’abrogazione di ordini esecutivi di Biden, come sulle politiche DEI (diversità, equità, inclusione) rilanciando la sola meritocrazia e non le quote, dall’uscita degli accordi sul clima con l’abbandono delle politiche green alla revoca dei licenziamenti ai cd. no-vax.

Ha poi revocato i nulla osta di sicurezza attivi a una lunga lista di suoi nemici come l’ex direttore dell’intelligence nazionale James Clapper, l’ex direttore della Cia e segretario alla Difesa Leon Panetta, ha dichiarato un’emergenza energetica, mantenendo la promessa della campagna elettorale di “trivellare, baby, trivellare” e altri provvedimenti amministrativi.  Un ordine ha dichiarato che il governo federale riconoscerà solo due sessi immutabili, maschio e femmina, e pertanto il definanziamento dei “servizi di transizione”. 

Insomma, un cambiamento epocale, insieme con la promessa di terminare le guerre e anzi, nemmeno di farle, che avra’ risvolti in tutto il mondo.